Onorevoli Colleghi! - La Calabria presenta uno sviluppo costiero di circa 740 chilometri e una fisiografia del litorale variabile, con le spiagge (615 chilometri circa) che prevalgono sulla costa alta (125 chilometri circa).
      Sul versante tirrenico sono ubicate le grandi spiagge sabbiose della Piana di Gioia Tauro, di Sant'Eufemia, di Scalea, che trovano sviluppo lungo le pianure costiere situate in corrispondenza della parte terminale rispettivamente dei fiumi Mesima e Petrace, del fiume Amato e del fiume Lao.
      Spiagge ciottolose sono localizzate in prevalenza lungo la porzione di litorale ionico che si affaccia sul golfo di Taranto. Su entrambi i versanti si rinvengono, altresì, numerose e variamente distribuite, sottili spiagge sabbiose alimentate dalle fiumare.
      I litorali con costa alta sono concentrati, per il versante Tirrenico, lungo il promontorio di Capo Vaticano e nel tratto tra Palmi e Scilla; per il versante ionico, a sud di Crotone, nel tratto compreso tra il Santuario Hera Lacinia e Le Castella e nei pressi di Soverato.
      Il litorale, da decenni, è sottoposto ad intensi fenomeni di arretramento della linea di costa, dovuto in larga parte alla forma naturale della costa, all'azione del moto ondoso incidente e all'amplificarsi dei fenomeni a causa dei numerosi interventi antropici.
      Le cause dell'erosione, ormai note, sono da imputare sia a fattori naturali sia all'attività antropica che si attua non solo sulle coste, ma anche lungo i bacini idrografici che le sottendono. Fra le cause antropiche di erosione dei litorali, determinanti appaiono le opere realizzate sulla costa; tra queste sono da citare i porti, i pennelli alle foci dei fiumi e le strutture generalmente poste a difesa dei litorali, che hanno incentivato l'erosione nelle

 

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spiagge limitrofe, a causa della diversa distribuzione dell'energia del moto ondoso incidente.
      Per bloccare tale erosione sono stati eseguiti numerosi interventi, spesso inefficaci o addirittura perturbativi dell'equilibrio delle spiagge, producendo tra l'altro effetti negativi sull'ambiente, contrastando così con la naturale esigenza di fruibilità delle coste.
      Le modificazioni subite dalle aree costiere calabresi per effetto dei fenomeni di erosione hanno da tempo destato serie preoccupazioni per il rischio che essi comportano sia per gli insediamenti umani e per le strutture turistiche sia per le grandi infrastrutture di trasporto, quali la strada statale 18 e la linea ferroviaria tirrenica.
      L'entità dei danni ripetutamente arrecati è rilevante e tale da determinare, tra l'altro, l'emissione di ordinanze di protezione civile ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
      Una ricerca avviata per il Tirreno cosentino nell'ambito di una borsa di studio della regione Calabria ha stimato che nel trentennio dal 1954 al 1986 l'erosione ha raggiunto punte stimate di oltre 250 mc/m. In termini di erosione costiera è invece sufficiente ricordare questi dati: elevato rischio di erosione per 25 comuni nella provincia di Catanzaro, per 37 comuni nella provincia di Cosenza, per 8 comuni nella provincia di Crotone, per 37 comuni nella provincia di Reggio Calabria e per 9 comuni nella provincia di Vibo Valentia, per un totale di 116 comuni.
      Inoltre le tradizioni di civiltà, unitamente alle opere che ne testimoniano il livello, meritano di essere conservate attraverso il recupero e la tutela dell'ambiente in cui sono fiorite.
      L'abbandono delle coltivazioni a mezza costa, la piromania dolosa, l'urbanizzazione selvaggia, la caduta del livello di salvaguardia, gli scarichi a mare e il traffico a motore hanno prodotto un dissesto idrogeologico ed ambientale che minaccia seriamente l'economia di zona e condiziona pesantemente la possibilità di recupero delle aree contaminate. La regione ed i comuni si trovano a fronteggiare una situazione di gran lunga superiore alle proprie possibilità di bilancio.
      Per salvare la costa calabrese e riportarla alle condizioni che merita occorre, pertanto, che il recupero del dissesto idrogeologico e la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico ed artistico dei territori diventino obiettivo di interesse nazionale e, come tale, siano tutelati. In tale direzione si muove la presente proposta di legge.
 

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